Un collezionista americano ricerca le sue origini in Ucraina, accompagnato da individui strampalati.
Una commedia solo nel "cominciamento", poi si sviluppa sulle strade del Road movie sino al Drammatico e Storico.
Chiara 1 punto presenza (voto 3,5)
Vincenzo 1 punto presenza (voto 3,5)
Simone 1 punto presenza (voto 3,5)
Daniele 1 punto presenza (voto 3,5)
Silvia 1 punto presenza (voto 4)
Alessandro 1 punto presenza (voto 3)
Paolo 1 punto presenza (voto 4,5)
Oscar 1 punto presenza (voto 2,5)
Andrea 1 punto presenza (voto 4)
Giorgio 1 punto presenza (voto 4)
36/10(presenti)=3,6(media)*4=14,4
1 punto presenza
coefficente per presenze= 2
Totale = 17,4
2 commenti:
Simone scrive:
Un film di difficile classificazione: commedia? drammatico? Road movie? "Ogni cosa
è illuminata" è piuttosto un viaggio nell'Ucraina di oggi ma
soprattutto di ieri, una "ricerca molto rigida" delle proprie radici
che il protagonista, un ebreo americano collezionista di ricordi
famigliari, decide di intraprendere. Una ricerca individuale che assume progressivamente valore collettivo, arrivando a svelare un capitolo di micro-storia locale dimenticato, uno dei molti "piccoli" orrori avvenuti durante il secondo conflitto mondiale.
Discreta l'interpretazione degli attori che non brillano particolarmente per recitazione, ma risultatano tutti perfettamente tagliati nei ruoli assegnati loro; buona anche la regia e soprattutto la colonna sonora che non abbandona mai lo spettatore. Buona anche la prova di Liev Schreiber che inciampa forse nel finale, indugiando in sequenze drammatiche un po' troppo lunghe.
Nel complesso: un gradevolissimo
film.
film secondo me "commedia" nel senso più pieno del termine.
Il dramma non si consuma in diretta (tranne nel caso della morte del nonno, che sa comunque più di liberazione che altro) ma viene rivissuto,ripensato, in maniera oltretutto funzionale al vero significato e messaggio del film, che va al di là della singola strage locale, per acquistare una dimensione assoluta ed universale.
Tuttavia si tratta di un film non proprio "illuminato" dall'inizio alla fine: come dice giustamente Simone, la regia inciampa nel finale, con la sensazione che prima e seconda parte del film siano un po' troppo slegate tra loro...e personalmente non ho apprezzato del tutto la parte simbolica del film (il nonno ebreo finto cieco, il protagonista collezionista), sicuramente nelle intenzioni del regista volta a rafforzare ancor di più il significato del film, mentre forse per me ha rischiato un po' di indebolirlo.
nel complesso film comunque molto originale, dotato di quella vivacità propria delle buone opere prime.
se avessi votato avrei messo 3,5.
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